Al punto iniziale?
Di nuovo sull’orlo di una precarietà come sintesi di fatiche economiche, paure esistenziali, perdite, lutti, chiusure, e quant’altro. Un mix convulso di incredulità, illusione, delusione, rabbia, fatica.
Di nuovo il grande nemico: per qualcuno il virus, per altri la chiusura, per altri ancora nemici indefiniti.
Una cara amica del liceo, che ben ricordo per la sua vivacità allegra, ora insegna in una scuola a Roma e mi propone l’immagine di sé inchiodata al vuoto di una classe in cui l’eco di voci appassionate di adolescenti la fa da padrone; e mi parla di senso di vuoto e di solitudine.
Sono stati d’animo faticosi, che spingono dentro e poi riesplodono fuori con la rabbia verso una realtà che improvvisamente si disintegra nel surreale.
Ci siamo già passati qualche mese fa ma non è mai la stessa cosa, né il medesimo tragitto: riaffiorano i medesimi fantasmi non elaborati, o nuove ombre e nuove nevrosi.
Abbiamo un’altra possibilità per fare valutazioni, ma che stanchezza… eppure l’analisi è questo: continuare a elaborare, capire, esperire, un passo alla volta.
Dunque rimbocchiamoci le maniche.
E cerchiamo di stare vicini alla mia amica del liceo, perché lei in quell’aula è sola e deve fare sentire meno soli tutti i suoi alunni.
Così probabilmente non torneremo mai al punto iniziale.